Social HR: le potenzialità di Facebook



Facebook è un social media che permette agli utenti di attivare un profilo personale, connettersi ai loro amici, essere al corrente di ogni loro aggiornamento, usare applicazioni, scambiare messaggi privati, mettere “mi piace” a prodotti, aziende e a cause umanitarie.

Del resto… chi non conosce Facebook? Chi non è su Facebeook?
I nostri amici sono su Facebook, i nostri familiari sono su Facebook, i nostri parenti sono su Facebook, i nostri colleghi sono su Facebook, i nostri insegnanti sono su Facebook.
Manca solo che vadano su Facebook il nostro gatto o il nostro cane e abbiamo completato il cerchio.

Quindi avrai capito che oggi giorno è letteralmente impossibile non essere su Facebook sia come persona che come professionista o azienda.

Cerchiamo adesso di capire se Facebook è un amico o un nemico delle Risorse Umane, cioè se è utile o dannoso  per la loro attività.



Facebook come amico

E’ amico in quanto può essere usato per conoscere il background dei candidati  ad una posizione lavorativa e farsi un’idea dell’individuo ancor prima di effettuare il colloquio.
Potrebbe essere un ottimo strumento per istaurare, in outsourcing, un rapporto di collaborazione con un’impresa esterna, per formare personale già in servizio, quindi al di fuori del processo di reclutamento, per verificare il profilo dei candidati e redarre un report completo sulle informazioni raccolte da inviare ai HR manager di turno.

Inoltre, mediante Facebook  si possono creare gruppi spontanei, esclusivi all’interno dell’azienda con l’obiettivo di incentivare il lavoro di gruppo e l’engagement dei dipendenti.

Infine, si può organizzare una pagina Facebook nel modo che si ritiene più opportuno per attrarre potenziali talenti; ad es. inserendo applicazioni proprie, recensioni, ecc.


Facebook come un nemico

Molte piattaforme social, quindi anche Facebook,  possono essere usate in modo improprio dai dipendenti, in questo senso possono essere considerate nocive per l’azienda e, quindi, anche per le HR.
Vi abbiamo fatto accenno in precedenti articoli a proposito di LinkedIn, Twitter o trattando in generale dei Social.
Tuttavia, per coloro che ne vogliono fare un uso improprio, sono anche un’arma a doppio taglio, perché, sempre tramite Facebook, si possono scoprire questi comportamenti scorretti e, quindi, sanzionarli o, comunque, a seconda di che si tratta, correre ai ripari.

Alcuni esempi.
- Può succedere che alcuni lavoratori rendano pubbliche informazioni aziendali riservate.
- O che un dipendente, che è in malattia, posti su Facebook  sue foto in vacanza - proprio in quegli stessi giorni. Colto in flagrante, no?
- O, ancora,  che dei dipendenti scrivano commenti ingiuriosi sul loro capo in cui si possono ravvisare gli estremi della diffamazione.

Perché allora, in questi casi, Facebook deve essere considerato nemico, visto che ci dà la possibilità di individuare e sanzionare? 
Perchè tutto ciò genera comunque conflittualità nell’azienda. Le Risorse Umane hanno anche il compito di evitare, nel limite del possibile, queste conflittualità, perché  incidono negativamente sull’umore dei dipendenti e, di conseguenza, si riversano inevitabilmente sull’efficienza produttiva.
Non solo, quel che è peggio è che danno agli eventuali candidati, come ai possibili clienti, un’immagine negativa del clima che si respira all’interno, nuocendo non poco all’immagine del brand. 

Cosa fare allora per evitare  questi spiacevoli inconvenienti? E’ necessario aver creato, come abbiamo detto anche negli articoli precedenti, una Social Media Policy da veicolare all’interno di tutti i dipartimenti aziendali.

Vedremo nello specifico questo aspetto nel prossimo articolo.


Qui di seguito i link agli articoli precedenti sull'argomento "Digital Transformation e Risorse Umane":

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