Lo storytelling tra arte e psicologia

In queste ultime settimane ho voluto richiamare l’attenzione sul tema dello storytelling digitale, l’argomento discusso e trattato agli Internet Days di Milano che più mi ha affascinato.
Oggi vorrei fare un passo indietro per comprendere più in profondità cosa sia lo storytelling, antica arte, nata millenni prima dell'avvento dei social media.




L’arte dello storytelling
In realtà è l’arte di raccontare storie che mi ha sempre affascinato. Nel libro “Cos’è l’arteTolstoy definisce l’arte come “un contagio”, Jung meglio la definirà come “possessione”. La vera arte, dice Tolstoy, contagia l’audience tramite le idee, le fantasie e le emozioni dello storytelling. Più l’arte è autentica più sarà forte "il contagio”.
Dopo la sua morte questa tesi, basata su una sua intuizione, è stata confermata dagli psicologi, primi fra tutti Freud e Jung.




Il punto di vista della scienza psicologica
Più volte Freud ripeté nei suoi scritti la convinzione che i grandi scrittori avevano preceduto gli psicologi nell'esplorazione della mente  umana e sanno come coinvolgere il lettore.
Non solo, anche i miti e le leggende, sopravvissute per millenni, secondo Jung  sono i prodotti spontanei di un inconscio collettivo e  fanno presa sul lettore sia  perchè contengono una saggezza nascosta sia perché toccano aspetti profondi della psiche.

Sfruttiamo queste scoperte
Qualcosa allora c’è da apprendere da tutto questo: quando scriviamo una storia dobbiamo fare entrare il lettore in uno stato mentale alterato, uno stato di alta suggestionabilità.
Infatti gli studi al riguardo hanno dimostrato che le paure, le speranze, i valori e, soprattutto, le scelte sono estremamente influenzati dalle “nostre storie”, dal nostro vissuto.
Quindi è questo che dobbiamo cogliere nel pubblico con lo storytelling.

E come possiamo fare per far trasportare emotivamente l'audience nella storia?
Attraverso due elementi, quello emotivo e quello tecnico/strutturale. Qui accennerò al secondo aspetto, lasciando il primo alla prossima volta.


Cosa si intende per aspetto tecnico strutturale?
1. Organizzare il testo
L’autore, oltre che artista creativo, deve essere un organizzatore: se deve raggiungere il pubblico e influenzarlo deve organizzare la storia con uno schema chiaro e logico e utilizzare un linguaggio che sia universalmente valido e comprensibile.

2. Riferirsi al pubblico
Secondo G. Feyles (“La televisione secondo Aristotele”, Editori Riuniti) lo scrittore deve avere sempre come obiettivo il riferimento al pubblico che vuol raggiungere; deve pertanto trovare gli elementi comuni che possono essere condivisi dal suo target e far leva su quelli. Quindi si deve mettere dalla parte del pubblico e condividerne la cultura, se lo vuole raggiungere con successo. Inoltre deve mettere al primo posto il brand; infatti l’idea di Aristotele (vedi “La Poetica”) era che il migliore autore è quello che resta un passo indietro, lasciando parlare il suo testo, nel nostro caso il prodotto che si propone.

3. Usare un linguaggio comprensibile
Bisogna poi usare un linguaggio che si avvicini molto al parlar comune, i termini devono essere chiari e comprensibili da tutti.

4. Curare l’intreccio
Bisogna poi curare l’intreccio: le storie devono avere la seguente struttura
esordio --> sviluppo (complicazione)  --> climax --> scioglimento (risoluzione del problema). 
Fin dall'antichità le storie hanno sempre seguito questo schema.



A questo proposito  Aristotele aggiunge che ogni racconto deve essere verosimile e necessario: con ciò intendeva che bisogna tener presente che in un racconto i fatti non accadono semplicemente uno dopo l’altro, ma uno in ragione dell’altro.
(continua...)

Tratto da: "L'arte poetica in Freud e in Jung", Tesi di Eleonora Carminati, Varese, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, A.A. 2008/2009

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